Parliamo di puttane?
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Parliamo di puttane?
.Quando nasce la prostituzione? dal punto di vista dell'etologia nasce quando l'uomo ha capito che la procreazione era legata all'atto sessuale.
Da li nasce la necessità di certezze nella paternità, dell'esclusiva nel possesso della femmina e nella conseguente limitazione della libertà sessuale.
Ora essendo per natura la femmina dell'uomo l'unica ad evere il desiderio sessuale non limitato ad un determinato periodo annuale, ma continuo; ed essendo impossibilitata a rapporti sessuali per molti mesi della gravidanza e dopo, sono sorti due problemi: Come indurre la femmina ad aver rapporti con un solo uomo, e come consentire all'uomo di aver rapporti con altre femmine?
La società ha creato il mito dell'amore, rivestendo di romanticismo il desiderio sessuale, e praticando di fatto un condizionamento mentale:
la donna si deve concedere per amore ed entro le strutture create dalla società per garantire che essa sia di un solo uomo.
E consentendo nel contempo che vi fossero donne che vendevano il proprio corpo non ad un solo uomo ma a tutti, a volte sacralizzandone la funzione, e sempre tollerandola purchè fossero chiaro che erano delle "fuori casta".
Niccolò Tommaseo fissò una distinzione fra meretrice e prostituta: la prima guadagna del corpo suo e qui l'illustre linguista richiama il termine latino mereo mentre prostituta è legata a prostat cioè colei che per guadagno o per libidine, si mette in mostra, e provoca a sozzure. Tipico di Tommaseo è il legare gli esiti di una fine e rigorosa indagine filologica a personali giudizi di merito e morali i quali gli fanno aggiungere: [La prostituta] è più comune, più venale. Taide meretrice, Messalina prostituta. Ogni abbracciamento venale è meretricio, prostituzione non è. Le meretrici di caro prezzo non sono prostitute; le prostitute da' genitori o dai mariti, che nulla guadagnan per sè non meritano l'altro nome [meretrici].A rafforzare la distinzione fra prostituta e meretrice egli richiama una evidenza storica: Le prostitute nei templi pagani per atto di devozione, meretrici non erano; e si credevano far opera meritoria.
Nella società greca antica esisteva sia la prostituzione femminile che quella maschile. Le prostitute, che vestivano con abito distintivo e pagavano le tasse, potevano essere indipendenti ed erano donne influenti; la prostituta colta e di alto ceto era definita etera. Solone istituì il primo bordello ad Atene nel VI secolo a.C. A Cipro e Corinto, secondo Strabone, era praticata una sorta di prostituzione religiosa in templi con decine di prostitute.
La prostituzione maschile era molto comune in Grecia. Era spesso praticata da adolescenti, come riflesso della pederastia greca. Giovani schiavi lavoravano nei bordelli di Atene, mentre un adolescente libero che vendesse i propri favori rischiava di perdere i diritti sociali e politici una volta divenuto adulto.
Il diritto romano regolava con diverse leggi la prostituzione che era praticata nei lupanari, edifici siti fuori dalle città aperti soltanto nelle ore notturne. Le prostitute o meretrici generalmente erano schiave o appartenevano ai ceti più bassi.
La prostituzione era comune, e sovente tollerata, nel Medioevo nei contesti urbani. Gli Statuti di molte città regolavano la prostituzione. Era, ad esempio, spesso vietata vicino alle mura della città o nelle aree prossime agli edifici di rappresentanza.
Nell'Antico Testamento la prostituzione è citata molte volte, nella quasi totalità dei casi in un contesto di riprovazione. Viene sempre presentata come peccato o motivo di vergogna e la prostituzione sacra viene esplicitamente vietata nel Deuteronomio 23:18 e deprecata in Osea 4:14. Viene utilizzata spesso come metafora del cattivo comportamento del popolo d'Israele, in particolare in Osea, che, per ordine divino, sposò una prostituta come simbolo dell'amore tradito di Dio per il suo popolo e della possibilità per quest'ultimo di redimersi.
Nella attuale società sta venendo meno il motivo fondante della famiglia di stampo tradizionale, le donne possono procreare senza essere costrette al matrimonio, possono mantenersi senza dover essere soggette ad un marito, possono riscoprire la loro libido spesso repressa ed esercitarla al pari del maschio.
La prostituta attuale non è più la "valvola di sfogo" del maschio in calore che non ha relazioni, ma è sopratutto il rifugio di un maschio spaventato, che teme la libera sessualità femminile e immagina di avere il controllo del sesso attraverso il denaro.
Uomini sempre meno spiritualmente virili trovano rifugio sessuale in rapporti venali , con donne delle quali non temono il giudizio.
Da li nasce la necessità di certezze nella paternità, dell'esclusiva nel possesso della femmina e nella conseguente limitazione della libertà sessuale.
Ora essendo per natura la femmina dell'uomo l'unica ad evere il desiderio sessuale non limitato ad un determinato periodo annuale, ma continuo; ed essendo impossibilitata a rapporti sessuali per molti mesi della gravidanza e dopo, sono sorti due problemi: Come indurre la femmina ad aver rapporti con un solo uomo, e come consentire all'uomo di aver rapporti con altre femmine?
La società ha creato il mito dell'amore, rivestendo di romanticismo il desiderio sessuale, e praticando di fatto un condizionamento mentale:
la donna si deve concedere per amore ed entro le strutture create dalla società per garantire che essa sia di un solo uomo.
E consentendo nel contempo che vi fossero donne che vendevano il proprio corpo non ad un solo uomo ma a tutti, a volte sacralizzandone la funzione, e sempre tollerandola purchè fossero chiaro che erano delle "fuori casta".
Niccolò Tommaseo fissò una distinzione fra meretrice e prostituta: la prima guadagna del corpo suo e qui l'illustre linguista richiama il termine latino mereo mentre prostituta è legata a prostat cioè colei che per guadagno o per libidine, si mette in mostra, e provoca a sozzure. Tipico di Tommaseo è il legare gli esiti di una fine e rigorosa indagine filologica a personali giudizi di merito e morali i quali gli fanno aggiungere: [La prostituta] è più comune, più venale. Taide meretrice, Messalina prostituta. Ogni abbracciamento venale è meretricio, prostituzione non è. Le meretrici di caro prezzo non sono prostitute; le prostitute da' genitori o dai mariti, che nulla guadagnan per sè non meritano l'altro nome [meretrici].A rafforzare la distinzione fra prostituta e meretrice egli richiama una evidenza storica: Le prostitute nei templi pagani per atto di devozione, meretrici non erano; e si credevano far opera meritoria.
Nella società greca antica esisteva sia la prostituzione femminile che quella maschile. Le prostitute, che vestivano con abito distintivo e pagavano le tasse, potevano essere indipendenti ed erano donne influenti; la prostituta colta e di alto ceto era definita etera. Solone istituì il primo bordello ad Atene nel VI secolo a.C. A Cipro e Corinto, secondo Strabone, era praticata una sorta di prostituzione religiosa in templi con decine di prostitute.
La prostituzione maschile era molto comune in Grecia. Era spesso praticata da adolescenti, come riflesso della pederastia greca. Giovani schiavi lavoravano nei bordelli di Atene, mentre un adolescente libero che vendesse i propri favori rischiava di perdere i diritti sociali e politici una volta divenuto adulto.
Il diritto romano regolava con diverse leggi la prostituzione che era praticata nei lupanari, edifici siti fuori dalle città aperti soltanto nelle ore notturne. Le prostitute o meretrici generalmente erano schiave o appartenevano ai ceti più bassi.
La prostituzione era comune, e sovente tollerata, nel Medioevo nei contesti urbani. Gli Statuti di molte città regolavano la prostituzione. Era, ad esempio, spesso vietata vicino alle mura della città o nelle aree prossime agli edifici di rappresentanza.
Nell'Antico Testamento la prostituzione è citata molte volte, nella quasi totalità dei casi in un contesto di riprovazione. Viene sempre presentata come peccato o motivo di vergogna e la prostituzione sacra viene esplicitamente vietata nel Deuteronomio 23:18 e deprecata in Osea 4:14. Viene utilizzata spesso come metafora del cattivo comportamento del popolo d'Israele, in particolare in Osea, che, per ordine divino, sposò una prostituta come simbolo dell'amore tradito di Dio per il suo popolo e della possibilità per quest'ultimo di redimersi.
Nella attuale società sta venendo meno il motivo fondante della famiglia di stampo tradizionale, le donne possono procreare senza essere costrette al matrimonio, possono mantenersi senza dover essere soggette ad un marito, possono riscoprire la loro libido spesso repressa ed esercitarla al pari del maschio.
La prostituta attuale non è più la "valvola di sfogo" del maschio in calore che non ha relazioni, ma è sopratutto il rifugio di un maschio spaventato, che teme la libera sessualità femminile e immagina di avere il controllo del sesso attraverso il denaro.
Uomini sempre meno spiritualmente virili trovano rifugio sessuale in rapporti venali , con donne delle quali non temono il giudizio.
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Re: Parliamo di puttane?
Evviva l'avvento della pillola, che ci ha liberati da certe limitazoni, timori e pastoie
In compenso ogni tanto compare, prendendoti in contropiede , l'Amore: sentmmento x definizione irrazionale (ricordo il paradosso di Blaise Pascal "l'amore ha delle ragioni che la ragione non conosce"), praticamente ESCLUSIVO e perciò GRATIFICANTE ed esaltante più di 100000 righe di bianca..., PROGETTUALE persino ma anche altamente deperibile lasciandoti quindi DIPENDENZE e RETAGGI (chiamiamoli così ) assai complessi e spesso dolorosi (se la scelta del distacco è unilaterale) da gestire...
MOLTO PIU' FRUIBILI ,EASY-GOING IGIENICHE e tuttosommato DIVERTENTI (dipende dal Target) le PROSTITUTE/I
In compenso ogni tanto compare, prendendoti in contropiede , l'Amore: sentmmento x definizione irrazionale (ricordo il paradosso di Blaise Pascal "l'amore ha delle ragioni che la ragione non conosce"), praticamente ESCLUSIVO e perciò GRATIFICANTE ed esaltante più di 100000 righe di bianca..., PROGETTUALE persino ma anche altamente deperibile lasciandoti quindi DIPENDENZE e RETAGGI (chiamiamoli così ) assai complessi e spesso dolorosi (se la scelta del distacco è unilaterale) da gestire...
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Ultima modifica di Papaio il Gio Set 10 2009, 19:44 - modificato 2 volte.
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Re: Parliamo di puttane?
FAST, semprechè tu ne abbia voglia, SII CORTESE:: dal momnento chre hai lanciato il medesimo argomento DI LA' (in quel PiccoloMondo dove io non ho più accesso nè tantomeno voglia di frequentare...), MI CI FAI TRASMIGRARE UN ATTIMO LE SOPRACITATE 2 RIGHE 2, con la tua bacchetta magica?
trattasi pur sempre di lavoro interdisciplinare , neh?
se credi, puoi fornirmi coduice IBAN & coordinate varie x il disturbo
zao zao
trattasi pur sempre di lavoro interdisciplinare , neh?
se credi, puoi fornirmi coduice IBAN & coordinate varie x il disturbo
zao zao
Ultima modifica di Papaio il Gio Set 10 2009, 22:37 - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: Parliamo di puttane?
Te lo passo, ma tu perchè cambi spesso nick e poi ti incazzi?
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Re: Parliamo di puttane?
Grazie, FAST.
Sei, al solito, un Signore.
Circa il fatto di trasmigrare sovente da un nick all'altro (Chissà.../Papaio/Violetta/Onda/Donna Allegra)...boh, forse si tratta d'incostanza... anche se la SOSTANZA - a ben guardare - sempre quella è: CURIOSA,APPASSIONATA, un poco CINICA ma tuttosommato DI PICCAGLIA TENERA.
Tant'è: l'unico nick con cui sopravvivo è quello di uno SCIMPANZE'.
Ma va bene così.
Non sono "incazzata" con chichessia. Forse, solo un poco annoiata.
Ancora grazie x il gentlemen agreement.
Sei, al solito, un Signore.
Circa il fatto di trasmigrare sovente da un nick all'altro (Chissà.../Papaio/Violetta/Onda/Donna Allegra)...boh, forse si tratta d'incostanza... anche se la SOSTANZA - a ben guardare - sempre quella è: CURIOSA,APPASSIONATA, un poco CINICA ma tuttosommato DI PICCAGLIA TENERA.
Tant'è: l'unico nick con cui sopravvivo è quello di uno SCIMPANZE'.
Ma va bene così.
Non sono "incazzata" con chichessia. Forse, solo un poco annoiata.
Ancora grazie x il gentlemen agreement.
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