Reggio 1970
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Reggio 1970
Trentotto anni fa partivo per raggiungere Reggio calabria, arrivavano notizie di un forte malcontento popolare, ed il movimento politico di cui allora ero parte aveva tutta l'intenzione di "cavalcare la Tigre" e di farlo prima che forze di sinistra potessero cercare di fare altrettanto.
Infatti quando arrivai vi era già Sofri con Lotta Continua che cercava di ritagliarsi degli spazi politici, ma fu facile allontanarlo: visto che non aveva nessun seguito popolare.Inizialmente il malcontento popolare fu trasversale a livello politico (ad esclusione del Partito Comunista Italiano, dissociatosi fin da subito), ma in una seconda fase i movimenti di destra, ed in particolare il Movimento Sociale Italiano, assunsero un ruolo di primo piano.Anche se i primi giorni di lotta sul "Secolo d'Italia" apparve un titolo "TEPPISTI IN AZIONE A REGGIO", Ciccio Franco, esponente missino, si appropriò del «boia chi molla!» di dannunziana memoria e ne fece uno slogan che sintetizzò la risolutezza dei reggini ad opporsi al trasferimento di capoluogo.Il motore organizzativo e politico della protesta furono il Comitato D'Azione (i cui principali esponenti erano il già citato Ciccio Franco, l'ex comandante partigiano Alfredo Perna, l'armatore repubblicano Amedeo Matacena e l'industriale del caffè Demetrio Mauro) e il Comitato unitario per Reggio capoluogo (guidato dal sindaco democristiano Pietro Battaglia e da altri esponenti democristiani e missini).
Il Governo allora presieduto dal democristiano Emilio Colombo, negò qualunque negoziazione con i rappresentanti della protesta, e, oltre a provvedere all'invio di contingenti militari, iniziò una sistematica opera di demolizione mediatica della rivolta. I mezzi di comunicazione, infatti, dopo un iniziale interessamento, limitarono notevolmente la cronaca riguardo la rivolta di Reggio e in ogni caso descrissero come "pretestuoso pennacchio" ottenere il capoluogo da parte dei Reggini. Per mesi la città fu barricata, spesso isolata, a tratti paralizzata dagli scioperi e devastata dagli scontri con la polizia e gli attentati dinamitardi. Vennero interrotte le comunicazioni ferroviarie arrivando fino alla distruzione delle apparecchiature della stazione di Reggio Calabria Lido. La rivolta iniziata i primi di Luglio si concluse solo dopo 10 mesi di assedio con l'inquietante immagine dei carri armati sul lungomare della città. I moti, nati pacificamente, anche in seguito all'azione repressiva dello Stato sfociarono in vera e propria rivolta, e furono duramente repressi dal massiccio intervento di carabinieri, polizia e reparti dell'esercito, con un bilancio complessivo di sei morti (dei quali cinque in circostanze ignote ancora da verificare), cinquantaquattro feriti e migliaia di arresti.
La mia avventura finì con la fine di agosto, e fa parte dei miei ricordi migliori.
Ed il M.S.I prese nelle prime elezioni dopo la rivolta il 38%.
Infatti quando arrivai vi era già Sofri con Lotta Continua che cercava di ritagliarsi degli spazi politici, ma fu facile allontanarlo: visto che non aveva nessun seguito popolare.Inizialmente il malcontento popolare fu trasversale a livello politico (ad esclusione del Partito Comunista Italiano, dissociatosi fin da subito), ma in una seconda fase i movimenti di destra, ed in particolare il Movimento Sociale Italiano, assunsero un ruolo di primo piano.Anche se i primi giorni di lotta sul "Secolo d'Italia" apparve un titolo "TEPPISTI IN AZIONE A REGGIO", Ciccio Franco, esponente missino, si appropriò del «boia chi molla!» di dannunziana memoria e ne fece uno slogan che sintetizzò la risolutezza dei reggini ad opporsi al trasferimento di capoluogo.Il motore organizzativo e politico della protesta furono il Comitato D'Azione (i cui principali esponenti erano il già citato Ciccio Franco, l'ex comandante partigiano Alfredo Perna, l'armatore repubblicano Amedeo Matacena e l'industriale del caffè Demetrio Mauro) e il Comitato unitario per Reggio capoluogo (guidato dal sindaco democristiano Pietro Battaglia e da altri esponenti democristiani e missini).
Il Governo allora presieduto dal democristiano Emilio Colombo, negò qualunque negoziazione con i rappresentanti della protesta, e, oltre a provvedere all'invio di contingenti militari, iniziò una sistematica opera di demolizione mediatica della rivolta. I mezzi di comunicazione, infatti, dopo un iniziale interessamento, limitarono notevolmente la cronaca riguardo la rivolta di Reggio e in ogni caso descrissero come "pretestuoso pennacchio" ottenere il capoluogo da parte dei Reggini. Per mesi la città fu barricata, spesso isolata, a tratti paralizzata dagli scioperi e devastata dagli scontri con la polizia e gli attentati dinamitardi. Vennero interrotte le comunicazioni ferroviarie arrivando fino alla distruzione delle apparecchiature della stazione di Reggio Calabria Lido. La rivolta iniziata i primi di Luglio si concluse solo dopo 10 mesi di assedio con l'inquietante immagine dei carri armati sul lungomare della città. I moti, nati pacificamente, anche in seguito all'azione repressiva dello Stato sfociarono in vera e propria rivolta, e furono duramente repressi dal massiccio intervento di carabinieri, polizia e reparti dell'esercito, con un bilancio complessivo di sei morti (dei quali cinque in circostanze ignote ancora da verificare), cinquantaquattro feriti e migliaia di arresti.
La mia avventura finì con la fine di agosto, e fa parte dei miei ricordi migliori.
Ed il M.S.I prese nelle prime elezioni dopo la rivolta il 38%.
Fast- Messaggi : 5147
Data di iscrizione : 30.04.08
Re: Reggio 1970
Contro il potere la gioventù si scaglia, boia chi molla il grido di battaglia.
Tolly- Messaggi : 1119
Data di iscrizione : 06.05.08
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Re: Reggio 1970
E racconta dei reggini violentati nelle celle con i manganelli, o di quelli pestati fino a morire.
O quando la notte delle fucilate, i cellerini fecero fuoco sulle persone che stavano a P.zza Duomo ( c'erano oltre 10.000 persone ) ad altezza d'uomo e solo un miracolo impedì il morto.
Dell' interevento dell' allora vescovo della città che aprì le porte del Duomo per permettere alla gente di rifuggiarsi.
O quando la notte delle fucilate, i cellerini fecero fuoco sulle persone che stavano a P.zza Duomo ( c'erano oltre 10.000 persone ) ad altezza d'uomo e solo un miracolo impedì il morto.
Dell' interevento dell' allora vescovo della città che aprì le porte del Duomo per permettere alla gente di rifuggiarsi.
Tolly- Messaggi : 1119
Data di iscrizione : 06.05.08
Località : Italia
Re: Reggio 1970
O di quando ai battaglioni della celere passavano le anfetamine per incattivirli.
O delle donne arrestate e maltrattate, ddei bambini usati come mezzo di ricatto.
in realtà la "Democrazia" mostrò a reggio uno dei suoi lati peggiori.
e fu chiaro che tutto quello che era permesso alle "Piazze" di sinistra era impedito a chi si poneva realmente contro il sistema.
O delle donne arrestate e maltrattate, ddei bambini usati come mezzo di ricatto.
in realtà la "Democrazia" mostrò a reggio uno dei suoi lati peggiori.
e fu chiaro che tutto quello che era permesso alle "Piazze" di sinistra era impedito a chi si poneva realmente contro il sistema.
Fast- Messaggi : 5147
Data di iscrizione : 30.04.08
Re: Reggio 1970
Qui davvero non vi fù mai la volontà di una guerra civile, perché i reggini che sapevano cosa voleva dire avevano coscienza che i morti sarebbero diventati diverse decine, e non di una sola parte.
Tolly- Messaggi : 1119
Data di iscrizione : 06.05.08
Località : Italia
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