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Chi è malvagio?

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Messaggio Da Fast Ven Set 12 2008, 09:53

Parole di Sofri:"Calabresi? Chi lo uccise non era malvagio".
perfetto, non è malvagio chi uccide convinto di farlo per uno scopo alto e nobile, non uccide per interesse ma per l'idea.
uccide considerando il fatto non un omicidio ma il gesto liberatorio contro un nemico del "bene".
Si elimina chi ostacola il bene dell'umanità.
Allora se io, militante nazionalsocialista, decido che i problemi dell'umanità derivano in massima parte dalla esistenza degli Ebrei e mi ingegno di eliminarli: uomini, donne , bambini;non sono malvagio ma uno convinto di fare il bene dei molti eliminando i pochi.
Importa poco se poi l'idea che mi muove si rivela errata, delirante, imroponibile, più nociva di quanto potessero mai essere i morti: io non sono malvagio sono gli altri che mi dipingono così.
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Messaggio Da malcolm Ven Set 12 2008, 10:02

Ma ha detto proprio così Sofri? Dove lo hai letto? Sai, importante è il contesto.

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Messaggio Da Fast Ven Set 12 2008, 10:04

Un articolo sul "Foglio" di ieri.
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Messaggio Da Liutprando Ven Set 12 2008, 10:12

Sofri è un idealista.
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Messaggio Da Fast Ven Set 12 2008, 10:13

Anche Hitler! Twisted Evil
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Messaggio Da Paolo Ven Set 12 2008, 10:34

11 settembre 2008


Mario Calabresi, sulla Repubblica di ieri, rendeva ampio conto di un incontro fra le vittime del terrorismo venute da ogni parte del mondo a New York per iniziativa del segretario delle Nazioni Unite. Lo stesso Mario Calabresi, in memoria dell’omicidio di suo padre, vi ha portato la voce delle vittime italiane dei cosiddetti anni di piombo, e le proprie riflessioni. Desidero muovere la più ferma obiezione a questa considerazione dell’omicidio di Luigi Calabresi. Lo faccio a doppio titolo. Il primo, titolo tutt’altro che invidiabile, di condannato come mandante di quell’omicidio. Non ho mai ordito né ordinato alcun omicidio, e questa verità non si attenua di un millimetro col passare del tempo, e col mio passare il tempo di tanti anni in galera e da prigioniero; per di più, come mostra una sola occhiata al paesaggio di rovine contemporaneo, in una mera dilapidazione. Il secondo è il pressoché universale silenzio, di volta in volta accorato o angosciato o vile, attorno a una distorsione di cose che in tanti abbiamo pur vissuto, in qualunque angolo di strada ci trovassimo. Io tornerò distesamente, in un libro, se me ne basteranno le forze, sulla vicenda di Pino Pinelli e di Luigi Calabresi, che diventò anche la mia. Ma in questo caso non è della mia persona che si tratta. Il processo – tutte le sue innumerevoli puntate – contro di noi per l’omicidio Calabresi esordì, ormai vent’anni fa, ventilando una responsabilità in solido di Lotta Continua e dei suoi formali (e supposti) organi dirigenti, ma si sbrigò a abbandonare, già in istruttoria, questa strada temeraria, e si ridusse a imputare tre persone di un omicidio di diritto comune, senza muovere alcun addebito di associazione, o di fine di terrore. Un omicidio di privati contro un privato. Questo è rimasto, nonostanti le deliranti speculazioni di certe motivazioni di sentenze sull’intenzione di Lotta Continua di ammazzare un commissario per suscitare sulla scia di quel delitto la rivoluzione proletaria in Italia. Ma, direte, l’espediente giudiziario per circoscrivere l’accusa e ottenere la nostra condanna, non toglie niente alla sostanza civile e morale di quell’evento. Certo: purché non ci si attenti a definirlo come un atto di terrorismo. Mario Calabresi accenna alle difficoltà che le stesse Nazioni Unite incontrano nella definizione di terrorismo – per ragioni faziose, peraltro, assai più che per la complicazione e l’elusività del tema. Considero terrorismo l’impiego oscuro e indiscriminato della violenza al fine di terrorizzare la parte supposta nemica e guadagnare a sé quella di cui ci si pretende paladini. In questo senso in Italia un terrorismo c’è stato, e ha trovato in Lotta Continua, nella manciata d’anni in cui volle esistere, fra molti errori e fraintendimenti e cattive azioni, un’opposizione decisa ed efficace. Parlo dell’avversione ai terroristi, non di quella per gli ex terroristi che anima oggi tanti coraggiosi. Io personalmente ebbi in LC un ruolo che mi costringeva e mi costringe a una responsabilità verso la sua storia intera, anche quando la mia responsabilità personale fu nulla, e così quella penale. Ora, se l’omicidio di Luigi Calabresi fu terrorismo, io, condannato come suo mandante, ero un terrorista. Un’affermazione come questa dovrebbe far vergognare tutti coloro che allora c’erano, in qualunque angolo di strada si trovassero. Mario Calabresi parla sentitamente delle vittime, “donne e uomini che stavano vivendo la loro vita e non erano in guerra con nessuno”. Con Pino Pinelli, con Luigi Calabresi, non fu così. Non c’era una guerra, ma molti di noi erano in guerra con qualcuno. Per la strage di piazza Fontana – di cui tutto si sa, salvo che per i servi sciocchi – furono accusati a torto in modo premeditato e ostinato gli anarchici, quegli stessi che erano stati accusati a torto della serie di attentati che da mesi preparavano il 12 dicembre da cui l’Italia uscì stravolta. Di quella premeditazione e ostinazione fu comunque figlia la morte di Pinelli, innocente di ogni colpa. Luigi Calabresi, fosse o no nella sua stanza – io oggi tendo a credere di no, ci tornerò a suo tempo – fu, non certo l’autore, ma un attore di primo piano di quella ostinata premeditazione. Che fosse in buona fede cambia poco, anche chi non riuscì e non riesce a credere al suicidio di Pinelli era in buona fede. Il tempo che passa, il rimpianto buono e la cattiva viltà hanno trasformato tutto ciò che avvenne in quegli anni in un’inconcepibile e infame demenza, le firme lucide o sventate di centinaia di personalità rispettabili o famose, e a volte sia rispettabili che famose, in un caso di follia collettiva, magari ai loro stessi occhi. Nel 1998, non nel 1971, Norberto Bobbio commentò il fatto che io avessi deplorato presso la signora Gemma Capra contenuti e tono della campagna di Lotta Continua contro Calabresi come un effetto di indebolimento della mia tempra prodotto dal carcere, e difese le ragioni del famigerato appello. L’omicidio di Calabresi – che è responsabilità di chi lo commise, e non di chi firmava appelli contro una sconvolgente vicenda di terrorismo di Stato e di omertà istituzionali – fu l’azione di qualcuno che, disperando della giustizia pubblica e confidando sul sentimento proprio, volle vendicare le vittime di una violenza torbida e cieca. Fu un atto terribile: e nato in un contesto di parole e pensieri violenti ereditati, e ravvivati, che ammettevano, per esaltazione o per rassegnazione, l’omicidio politico, come nel giudizio dell’indomani, quello sì scritto da me. Non vorrei mai averlo scritto, soprattutto non vorrei mai che fosse stato fatto. Ma chi potrebbe non provare lo stesso rimpianto e rimorso? Non rinuncerei, se non per ipocrisia o per indulgenza verso me stesso, a dire che le persone che si spinsero a tradurre nei fatti le parole che con tanti altri pronunciavano (e le nostre furono parole accanite di violenza, benché mai di terrorismo, perché un confine c’era) poterono, allora come in altri frangenti della storia, essere delle migliori. Io non riesco a condividere la frase che un mio amico e compagno di allora ripete come un esorcismo – “non si può essere ex assassini”. Certo che si può. Fu dunque un atto terribile: questo non significa, non certo ai miei occhi e ancora oggi, che i suoi autori fossero persone malvagie, e che non se ne prenda, ciascuno per la propria parte, chi ce l’ha, una corresponsabilità. I suoi autori erano mossi dallo sdegno e dalla commozione per le vittime. Le vittime, infatti, sono state tante, e di tante diverse e opposte ferocie, e la spirale che le travolse – non certo solo di “neri” e “rossi” – sembra aver depositato, a una così enorme distanza, un’idea e soprattutto un sentimento più unilaterale e rancoroso che mai, ad onta delle buone intenzioni e dei monumenti e dei giorni del ricordo. Io cerco di tenere a bada i cattivi sentimenti, provo pena di fronte alle contrapposizioni rinnovate fra i morti nostri e i loro, e tuttavia non riesco a impedirmi, quando leggo della lettura pubblica della Costituzione svolta dalla signora Gemma Capra al cospetto del Capo dello Stato, di chiedermi se qualcuno, un’autorità qualunque, abbia invitato la signora Licia Pinelli a leggere in pubblico la Costituzione. Forse è avvenuto e io non lo so. So che Licia Pinelli dice che non vorrà mai leggere il libro di Mario Calabresi. Questo volevo dire oggi, per obiettare alla posizione espressa da Mario Calabresi nel prezioso incontro alle Nazioni Unite. Mi dispiace: argomenti come questo hanno bisogno di spazio e delicatezza, e sopportano male la risposta del giorno dopo. Ma io, sapete, non sono mai stato un terrorista.

di Adriano Sofri
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Messaggio Da fabio Ven Set 12 2008, 10:37

IN FONDO IN FONDO NESSUNO E' CATTIVO ...

A PARTE QUEL MOMENTO DI " DELIRIO INCOSC(I)ENTE ....."

PER ME SE VIENE MESSA LA LEGGE DEL TAGLIONE TUTTI REATI DIMINUISCONO.

E AL DILA DELLE REGOLE DEL COMUNE VIVERE CIVILE COL RISPETTO DI TUTTI ,LE FRASI COME QUELLA SU CITATA
SONO MOLTO INFELICI E .....CATTIVE
PERCHE MIRANO A TOGLIERE IL GIUDIZIO GIUSTO E SEVERO VERSO CHI HA COMMESSO IL GESTO E APPROFITTARE
DELL' AZIONE CICATRIZZANTE DEL TEMPO PER FAR PASSARE DEI TIPI (tra un po) COME VITTIME DEL LORO TEMPO
E ASSOLVERLI . DELLE VITTIME NIENTE MEMORIA , NESSUNA TRACCIA E ...CAZZI LORO...
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Messaggio Da Liutprando Ven Set 12 2008, 10:37

Fast ha scritto:Anche Hitler! Twisted Evil
Esattamente quello che suggerisco: idealista (come Hitler), dunque un cretino.
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Messaggio Da Liutprando Ven Set 12 2008, 11:16

Sofri, eroe rivoluzionario che manda avanti piagnoni a chiedere la grazia perché si vergogna a farlo di suo, scrive cose oltre il limite del ridicolo.

Evidentemente il tempo degli ideali che lo guidavano è scaduto. Già da un po'.
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Messaggio Da malcolm Ven Set 12 2008, 12:42

Paolo ha postato l'intervento di Sofri.
Rispondo citando Catilina di ieri (post al Newtopic di Giovanni Schioppo "Fisica storica e politica"):
"mi piacerebbe intervenire ma per farlo dovrei leggere con attenzione
tutto quello che hai postato ma non riesco; è più forte di me sopra lle
8/10 righe inizioa a leggre una riga si e una no partendo dal
basso....e la conclusione alla quale sono giunto con questo metodo...

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Messaggio Da aladino Ven Set 12 2008, 12:44

AFFANCULO, figlio compreso......................

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Messaggio Da Ishtar Ven Set 12 2008, 14:01

Ho letto l'articolo solo parzialmente. Sofri mi disgusta come persona e come intellettuale. Deve ringraziare la sua amicizia con l'ex comunista Ferrara, che gli premette di pubblicare ogni giorno la sua omelia contro i mali del mondo. Come un Don Rodrigo pentito. Non mi risulta che Luigi Ciavardini abbia la stessa possibilità di raccontare e di raccontarsi, sebbene sia stato condannato a 30 anni per avere presumibilmente preso parte all'organizzazione della strage di Bologna, quando aveva solo sedici anni. Ebbene, non trovo giusto che un uomo condannato abbia la possibilità di pronunciarsi pubblicamente, così come sono fortemente contraria alle lezioni universitarie di ex brigatisti rossi (e poi si nega al Papa...).
Ad aggiungere pena a questa situazione, vi è il fatto che Calabresi si trovi ad essere ricordato da un figlio che mostrandosi in pubblico per quello che è, non fa che diminuire il valore della morte del padre.
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Messaggio Da Nazarine Ven Set 12 2008, 14:35

Ishtar ha scritto:Ho letto l'articolo solo parzialmente. Sofri mi disgusta come persona e come intellettuale. Deve ringraziare la sua amicizia con l'ex comunista Ferrara, che gli premette di pubblicare ogni giorno la sua omelia contro i mali del mondo. Come un Don Rodrigo pentito. Non mi risulta che Luigi Ciavardini abbia la stessa possibilità di raccontare e di raccontarsi, sebbene sia stato condannato a 30 anni per avere presumibilmente preso parte all'organizzazione della strage di Bologna, quando aveva solo sedici anni. Ebbene, non trovo giusto che un uomo condannato abbia la possibilità di pronunciarsi pubblicamente, così come sono fortemente contraria alle lezioni universitarie di ex brigatisti rossi (e poi si nega al Papa...).
Ad aggiungere pena a questa situazione, vi è il fatto che Calabresi si trovi ad essere ricordato da un figlio che mostrandosi in pubblico per quello che è, non fa che diminuire il valore della morte del padre.


Ti quoto al quadrato Ishtar e, aggiungerei, ricordato perennemente da una nuora che lo porta in auge continuamente eanche fosse la reliquia di padre pio
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Messaggio Da Paolo Ven Set 12 2008, 15:03

aladino ha scritto:AFFANCULO, figlio compreso......................

toccati sul vivo anche i meglio battono i quarti ...
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Messaggio Da Paolo Ven Set 12 2008, 15:04

malcolm ha scritto:Paolo ha postato l'intervento di Sofri.
Rispondo citando Catilina di ieri (post al Newtopic di Giovanni Schioppo "Fisica storica e politica"):
"mi piacerebbe intervenire ma per farlo dovrei leggere con attenzione
tutto quello che hai postato ma non riesco; è più forte di me sopra lle
8/10 righe inizioa a leggre una riga si e una no partendo dal
basso....e la conclusione alla quale sono giunto con questo metodo...

non fraintedetemi prego,
è solo per discutere sulla verità e non(come al solito)
per frasi fatte o sentito dire...
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Messaggio Da Paolo Ven Set 12 2008, 15:05

Ishtar ha scritto:Ho letto l'articolo solo parzialmente. Sofri mi disgusta come persona e come intellettuale. Deve ringraziare la sua amicizia con l'ex comunista Ferrara, che gli premette di pubblicare ogni giorno la sua omelia contro i mali del mondo. Come un Don Rodrigo pentito. Non mi risulta che Luigi Ciavardini abbia la stessa possibilità di raccontare e di raccontarsi, sebbene sia stato condannato a 30 anni per avere presumibilmente preso parte all'organizzazione della strage di Bologna, quando aveva solo sedici anni. Ebbene, non trovo giusto che un uomo condannato abbia la possibilità di pronunciarsi pubblicamente, così come sono fortemente contraria alle lezioni universitarie di ex brigatisti rossi (e poi si nega al Papa...).
Ad aggiungere pena a questa situazione, vi è il fatto che Calabresi si trovi ad essere ricordato da un figlio che mostrandosi in pubblico per quello che è, non fa che diminuire il valore della morte del padre.

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Messaggio Da aladino Ven Set 12 2008, 18:05

Paolo ha scritto:
aladino ha scritto:AFFANCULO, figlio compreso......................

toccati sul vivo anche i meglio battono i quarti ...


Il ...biglietto di "sola andata" era diretto a Sofri, ovviamente......e Calabresi jr.non all' altezza del padre........

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Messaggio Da aladino Ven Set 12 2008, 18:39

Scrivere sul giornale che ha fiancheggiato i linciatori del padre, questo lo trovo ributtante..........

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